mercoledì 30 novembre 2011

Approvato il dimezzamento dei gettoni di presenza e dei compensi ai consiglieri comunali.


Complimenti al Consiglio Comunale: sebbene con un anno di ritardo, approvato il dimezzamento dei gettoni di presenza e dei compensi ai consiglieri comunali.
Lo stesso Consiglio, un anno addietro, dopo un infuocato dibattito, aveva respinto, a larghissima maggioranza, analoga proposta formalizzata da Giuseppe Arnone.
La seduta è stata anche caratterizzata da un durissimo scontro relativo alla posizione del consigliere Giuseppe De Francisci, ed alla sua “truffaldina” iniziativa finalizzata ad ottenere e a continuare a percepire dal Comune un lauto “stipendio” da 3.000 euro mensili, a carico dei contribuenti agrigentini. La posizione di De Francisci veniva verbalmente e con calore difesa dai consiglieri Maria Pia Vita e Giuseppe Di Rosa.
E dopo un aspro dibattito, la proposta di Arnone di ridurre a 700 euro mensili il rimborso massimo che il singolo consigliere può far gravare sul Comune per le sue assenze dal posto di lavoro, veniva bocciata, ottenendo i soli voti favorevoli di Arnone e Hamel. Il voto contrario di tutti i consiglieri presenti e il parere negativo del direttore generale.

“Storica” seduta, ieri, del Consiglio Comunale di Agrigento, che ha scritto – seppur con un anno di ritardo – una pagina di grande dignità: per non far gravare un ulteriore aumento dell’IRPEF sui cittadini agrigentini, il Consiglio ha deciso di dimezzare il gettone di presenza e la somma massima che ogni consigliere può totalizzare mensilmente, da circa 1.500 a circa 750 euro. Mentre il gettone di presenza della singola seduta è stato dimezzato, scendendo da circa 112 euro a 56 euro
Come si ricorderà – e come risulta dai verbali del Consiglio – un anno addietro, in occasione proprio dell’approvazione del bilancio preventivo, fu Arnone a intestarsi questa battaglia di civiltà e dignità, formalizzando un emendamento sostanzialmente identico a quello approvato ieri. Quella volta, però, il Consiglio bocciò la proposta a larghissima maggioranza.
Ma se ieri è stata scritta una bella pagina per quanto riguarda i gettoni di presenza e l’emolumento massimo dei consiglieri, si è assistito invece, da parte degli stessi consiglieri, a pavidità, omertà e “spirito di casta” per quanto riguarda la scandalosa vicenda del consigliere Giuseppe De Francisci. ponendo in essere una sostanziale “truffa” al Comune di Agrigento – denunziata pubblicamente da Arnone poche settimane addietro, pure da “Servizio Pubblico”, la trasmissione di Michele Santorocontinua ad ottenere dal Comune uno stipendio vero e proprio da “dirigente”, dell’importo di 3.000 euro mensili.
De Francisci, come si ricorderà, appena eletto in Consiglio Comunale, da giovane disoccupato si è trasformato “dirigente amministrativo” di una pseudo associazione culturale della madre e della zia, la DEMA consulting. E la DEMA ottiene dal Comune il rimborso dello stipendio di De Francisci, pari a circa 3.000 euro mensili.
Arnone ha detto che quella di De Francisci è una vicenda vergognosa, proponendo un emendamento secondo cui i rimborsi ottenibili per “assenze” dal posto di lavoro non potesse superare i 700 euro mensili. In alternativa all’emendamento, ha chiesto a tutti i consiglieri di sottoscrivere un’autoregolamentazione che limitasse a 700 euro detti rimborsi per assenze dal posto di lavoro. E nel proporre quest’ultima autoregolamentazione, Arnone spiegava che tutti i consiglieri, in tal modo, avrebbero isolato e preso le distanze dall’attività di “truffa vampiresca” posta in essere dal consigliere De Francisci in danno delle casse comunali.
De Francisci otteneva una blandissima difesa, di mera forma, da parte del suo compagno di partito, Piero Marchetta, “difesa  boomerang” che in verità era un altro sostanziale atto di accusa ai suoi danni.
Di tutt’altro tenore, invece, il sostegno e la solidarietà che De Francisci otteneva da autentici campioni dell’interesse pubblico – o forse delle tasche private – quali Maria Pia Vita e il neo consigliere Giuseppe Di Rosa: secondo i due Arnone non aveva diritto di parlare di De Francisci, “perché il Consiglio Comunale non è un Tribunale”.
La proposta di Arnone veniva, incredibilmente, bocciata dall’intero Consiglio Comunale, ottenendo i soli voti favorevoli di Nello Hamel e dello stesso Arnone.
Lo scontro tra i difensori di De Francisci e Arnone era particolarmente vigoroso, in quanto – con notevole signorilità – Di Rosa sosteneva che Arnone meritava soltanto di avere mostrato il suo fondoschiena, solidarizzando anche sul terreno della grande villania con lo stesso De Francisci che, durante l’intervento di Arnone aveva ritenuto di insultarlo, definendolo “pezzo di merda”, dato che si permetteva di mettere in discussione il suo “latrocinio” da 3.000 euro mensili.
Di Rosa si lamentava pure che Arnone si era permesso di istituire il provocatorio “premio del canciabannera dell’anno”, ponendo lo stesso Di Rosa nella top ten, in quanto l’atletico consigliere saltava da uno schieramento all’altro che neanche la migliore Sara Simeoni negli anni ’80: Di Rosa, infatti, passa dall’essere esponente della Margherita, all’UDEUR, quindi al PD con un suo Circolo, per essere oggi perfettamente allineato con il segretario PDL, Angelino Alfano, e i berlusconiani locali.
Per concludere con il vero dato drammatico, Arnone ha ricordato che proprio poche ore prima della seduta del Consiglio Comunale, aveva ricevuto la telefonata di una delle mogli dei lavoratori part – time licenziati, già impegnati nella gestione dei gabinetti pubblici oggi chiusi. La donna ha ricordato ad Arnone che lo stipendio, adesso negato dal Comune al marito per mancanza di fondi, serve anche a mantenere un figlio gravemente disabile. E, appunto, Arnone ha sostenuto che vi è soltanto da vergognarsi nel far chiudere i gabinetti pubblici, licenziando lavoratori con simili drammatici problemi, mentre situazioni squallide come  quelle introdotte e mantenute dal consigliere De Francisci, saccheggiano ingiustificabili stipendi, tali da poter mantenere 4 o 5 lavoratori part – time.

Agrigento 30.11.2011
Avv. Giuseppe Arnone
Consigliere Comunale P.D.

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