lunedì 28 novembre 2011

Su vicenda che lo vede indagato e per la quale è stato sentito, la scorsa settimana, dal PM Andrea Maggioni


Il Giornale di Sicilia, oggi in edicola riporta la vicenda dell’invito a comparire inviato all’avv. Giuseppe Arnone e relativo alla vicenda professionale che ha al centro la compravendita di una villa in San Leone, di proprietà dei signori D.M.
Arnone, che la scorsa settimana ha risposto alle domande del PM Andrea Maggioni, afferma: “Nei giorni scorsi ho fornito alla Procura tutti i chiarimenti necessari. Ma, in considerazione delle fughe di notizie, è utile che l’intera opinione pubblica cittadina sia informata sui miei comportamenti.

Questa mattina, nel corso della conferenza stampa già convocata al Comune di Agrigento e relativa agli ultimi avvenimenti politici, Giuseppe Arnone risponderà anche a tutte le domande che i giornalisti vorranno rivolgere relativamente all’articolo del Giornale di Sicilia oggi in edicola, ove si dà notizia dell’interrogatorio, protratto sino a notte fonda, su iniziativa del PM Andrea Maggioni, a seguito della querela e dei fatti denunziati dalla signora M.G. D.M., querela poi ritirata, fatti avvenuti nello studio dell’avv. Arnone il 24 settembre 2011.
L’avv. Arnone, in relazione all’articolo di oggi sul Giornale di Sicilia, allega sin d’ora, agli Organi di informazione, la lettera inviata al Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Andrea Maggioni, lettera nella quale, tra l’altro, si intende chiarire all’opinione pubblica ogni aspetto e contenuto delle spiegazioni e degli approfondimenti richiesti dalla Procura della Repubblica all’avv. Arnone, in relazione all’intera vicenda, che ha al centro la compravendita di una villa in San Leone, affare nell’ambito del quale l’avv. Arnone ha assistito la famiglia della signora D.M..
L’avv. Arnone manifesta ogni apprezzamento per l’operato del dott. Andrea Maggioni, finalizzato a chiarire ogni aspetto di rilievo penale dell’intera vicenda, a prescindere dalla già avvenuta remissione della querela. In particolare, l’attenzione del sostituto procuratore si è concentrata sulla firma di un documento che, quel sabato mattina 24 settembre, l’avvocato Arnone richiedeva alla signora. Anche su quest’aspetto, come può leggersi nella lettera che si allega, l’avv. Arnone ha fornito ogni chiarimento e riscontro, testimoniale e documentale.
Si pregano i siti internet locali di pubblicare integralmente la lettera che si allega, in modo da fornire all’opinione pubblica ogni chiarimento e notizia sui fatti in questione.

Agrigento, 23 novembre 2011                                              Avv. Giuseppe Arnone

Preg.mo dott.Andrea Maggioni 
Procura della Repubblica di Agrigento e, p.c .agli Organi di Informazione
Oggetto:  nota relativa procedimento penale a mio carico, scaturito da querela della sig.ra M.G. D.M.. Considerazioni in ordine a notizie pubblicate in data odierna su un quotidiano regionale.

Illustrissimo Procuratore,
ieri pomeriggio sono stato contattato telefonicamente da un cronista del Giornale di Sicilia che, con garbo, professionalità e cortesia, mi ha chiesto una replica in ordine alla notizia di cui era in possesso, avendo nelle sue mani, evidentemente, copia dell’invito a comparire, o comunque del capo di imputazione, relativo al procedimento indicato in oggetto.
Pur apprezzando enormemente la grande professionalità con la quale la S.V. ha mantenuto la massima riservatezza in ordine al mio interrogatorio che ci ha impegnati dalle 16,30 di giovedì scorso sino alle 3,00 del mattino successivo presso il suo ufficio in Procura, devo ammettere di essere stato “facile profeta” nel prevedere che qualcuno, dal Palazzo di Giustizia, non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione diffondere la notizia ai giornalisti con le ovvie conseguenze del caso in ordine alla mia immagine di uomo pubblico.
Ritengo opportuno allegarle la mia articolata nota, cui Le ho fatto informalmente cenno nel corso di quell’incontro, relativa ad altre molto singolari fughe di notizie “orchestrate” a mio danno.
A questo punto, mi vedo costretto a prevenire il riacutizzarsi di campagne di stampa “incendiarie” a mio danno, condotte in larghissima prevalenza relativamente a questo affaire oggetto della Sua inchiesta, da un noto organo di informazione “militante” (e da qualche sito internet) che dedica costantemente metà del suo inchiostro ad aggredire la mia immagine.
Illustre Procuratore, avverto il dovere, nei confronti delle molte migliaia di cittadini agrigentini che ripongono in me aspettative e fiducia, di diffondere la presente nota agli organi di stampa, riportando succintamente, qui di seguito, gli ampi chiarimenti che, a fronte delle Sue lucide e penetranti domande, ho avuto modo di fornire nel corso di quell’interrogatorio, durato 11 ore.
Premetto che anche la scelta di tenere l’interrogatorio con inizio il pomeriggio e in unica soluzione sino a notte fonda, era con evidenza finalizzata da un lato a evitare fughe di notizie e garantire il massimo di riservatezza, dall’altro a consentirmi di chiarire, nel modo più attendibile, in un unico momento, tutto ciò che era utile chiarire:
a)      ho avuto modo di chiarire, sia innanzi ai Carabinieri, sia innanzi alla S.V. che la signora D.M., spontaneamente, il 6 ottobre u.s., qualche giorno dopo aver rimesso la querela, mi inviava un sms amichevole dove ammetteva di essere stata, in quella mattina del 24 settembre, letteralmente, ricopio dall’sms del 6 ottobre alle ore 14.07, “in tilt”;
b)      ho avuto modo di chiarire che la scelta della D.M. di rimettere la querela è avvenuta in modo assolutamente autonomo, peraltro mentre io ero in vacanza a Lampedusa e prima che, con la D.M., avessimo modo di effettuare qualsivoglia incontro. Incontri che, con grande garbo e cordialità reciproci, abbiamo avuto solo dopo la remissione della querela, innanzi a testimoni, presso un bar della zona balneare;
c)       ho avuto modo di chiarire, indicando sia testi che documenti a riscontro, l’assoluta linearità del mio operato professionale nell’intera attività posta in essere, prima quale procuratore speciale della famiglia dei signori D.M., poi relativamente alla garanzia del buon fine dell’affare, a fronte dei ritardati pagamenti degli acquirenti dell’immobile, nei confronti della cooperativa terza creditrice, che avrebbe potuto promuovere il pignoramento della villa;
d)      ho avuto modo di chiarire, indicando testi e documenti, la degenerazione dei rapporti tra la signora M.G. D.M. e i suoi congiunti, con particolare riferimento alla sorella che, strumentalizzando la procura speciale (nel frattempo ottenuta a suo nome, previo mio esautoramento), incassava e non restituiva somme dovute, pro quota, alla sorella;
e)      ho chiarito ancora quale fosse l’oggetto dell’atto che io insistevo a che la signora D.M., quel sabato mattina 24 settembre, firmasse. Si trattava, molto banalmente, di una lettera che la signora D.M. mi aveva chiesto di scrivere, concordandone il contenuto con l’acquirente, affinchè quest’ultimo, cioè l’acquirente, versasse direttamente alla stessa signora (e non nelle mani della sorella) i circa 40.000 euro di sua pertinenza;
f)       in tale quadro di riscontri puntualmente forniti, anche mediante l’indicazione di testi e documenti, sono stato in grado di escludere tassativamente che da parte mia possa esservi stato un qualsivoglia tentativo, di qualsivoglia genere, di ottenere incarichi professionali dai quali ricavare un qualsivoglia lucro. Anzi, ho avuto modo di comprovare di non aver incassato neanche una lira per le prestazioni professionali svolte e, al contrario, di avere invece prestato, più volte, somme di denaro sia alla mia storica cliente ed amica M.G. D.M., sia alla sorella di questa, F. D.M.;
g)      ho avuto modo di ribadire, infine, che i cosiddetti fatti di “aggressione fisica”, sono stati limitati ad un energico strattonamento del braccio sinistro della signora, quando la medesima dichiarava di averci ripensato, di non volere firmare nessuna lettera per chiedere il pagamento nelle sue mani (lettera da lei stessa richiesta e concordata con l’acquirente), di voler rinunziare ai soldi, perché altamente delusa, depressa e amareggiata per la piega che aveva assunto la vicenda, in primo luogo per le “male parti” che subiva dai suoi congiunti, nonché per i ritardi nei pagamenti da parte degli acquirenti. E ciò al fine di far abbandonare alla mia amica e cliente la decisione insensata e contro l’interesse dei figli (anche minori), di rinunziare a beneficio delle sorelle “sleali”, alle somme di sua spettanza, derivanti dalla vendita dell’immobile in questione;
h)      ho ribadito, inoltre, che la lettera in questione non era neanche scritta e che, quindi, la mia richiesta che la D.M. in un futuro la firmasse era soltanto legata al fatto che, da amico, cercavo di dissuaderla dal rinunziare alle somme di sua spettanza. La mia richiesta, nel corso del colloquio di sabato 24 settembre, era solo legata alla volontà di avere garanzie che l’enorme lavoro da me effettuato, su richiesta della D.M., per consentire ai suoi figli un minimo di benessere, non andasse in fumo per una decisione frutto di grave avvilimento e depressione, che mi si appalesavano in quei momenti;
i)        Infine, ho anche chiarito che il diritto a ottenere la parcella, io l’avevo maturato nei confronti dei suoi congiunti, per tutte le attività di assistenza legale, di procuratore speciale e quant’altro attinenti all’esecuzione dei negozi giuridici posti in essere a far data dal dicembre 2009 e sino al dicembre 2010. Io dovevo essere pagato solo e soltanto per quell’attività, peraltro di notevole pregio e significato professionale, per cui il colloquio con la D.M. del 24 settembre 2011 era del tutto ininfluente rispetto alle mie spettanze economiche.
Concludo, illustre Procuratore, tanto mi appare sufficiente a chiarire innanzi all’opinione pubblica i fatti in questione, e a fornire la certezza a quell’opinione pubblica che in me ha un riferimento, che io non ho tentato alcuna estorsione nei confronti di chicchessia, tantomeno della mia amica, e che il mio operato si è svolto solo e soltanto, anche quella mattina del 24 settembre, nell’interesse e a beneficio della signora M.G.D.M., in totale assenza di qualsivoglia mio ritorno o vantaggio.
Allego la nota da me depositata in Procura lo scorso 23 dicembre, relativa ad altre, inverosimili ma vere, “fughe di notizie”.
Con Osservanza,
Agrigento, 23 novembre 2011
Avv. Giuseppe Arnone

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