Agrigento europea: i rapporti di “trasparente e leale contrapposizione” tra Giuseppe Arnone e Angelino Alfano, per come emergono dai recentissimi libri “Romanzo Criminale” e “La mafia uccide d’estate”.
La lettura dei due recentissimi libri, in questo momento pubblicizzati e diffusi su scala regionale quello di Arnone e su scala nazionale quello di Alfano, offrono aspetti e profili della politica agrigentina, riferiti alle due principali personalità dei due opposti schieramenti, certamente nuovi e positivi per l’intera città di Agrigento.
Un dato è certo: Giuseppe Arnone e Angelino Alfano non sono divisi da livori, da odio, da interessi affaristici o illegali. Sono divisi, “soltanto”, da una diversa e opposta cultura politica e visione della società.
Dalla lettura dei due libri, peraltro, emerge una capacità di Arnone ed Alfano di attuare e mantenere – nell’interesse della democrazia agrigentina, pur nell’ambito di un conflitto politico netto ed aspro – comportamenti leali e di rispetto reciproco, nonché, altro aspetto importante, sinergie e convergenze sul terreno della lotta alla mafia e del contrasto alle calunnie e alle nefandezze quali “metodo” di lotta politica.
La coincidenza dell’uscita dei libri e delle parti che i due esponenti politici si sono reciprocamente “dedicate”, va sostanziata dalla circostanza che Arnone e Alfano non hanno occasione di confronto personale (neppure la banale telefonata) da almeno quattro anni, certamente da prima della nomina a ministro dell’attuale segretario PDL.
Giuseppe Arnone, nel convocare la conferenza stampa, ha così commentato l’iniziativa: “Mi pare importante sottolineare questi aspetti, in relazione al particolare momento politico, che vede Alfano avere un ruolo comunque di grande rilievo nazionale e vede la mia persona seriamente proiettata a rivestire, nell’assai prossimo futuro, la carica di sindaco. E vede i partiti cui facciamo riferimento Alfano ed io essere, in questo eccezionale momento e in via straordinaria, impegnati a collaborare per evitare il fallimento del sistema Italia.
Nell’escludere che la “formula Monti” possa ripetersi ad Agrigento, mi pare però utile, assai utile, tranquillizzare gli agrigentini sul fatto che questi libri dimostrano, senza ombra di equivoco, l’esistenza di tutte le condizioni affinchè i principali esponenti politici cittadini – seppur con le evidenti differenziazioni e “gerarchie”, ma ambedue con un ruolo significativo innanzi all’opinione pubblica – saranno comunque in grado di collaborare serenamente nel far valere, con il maggior peso possibile, ragioni e aspettative degli agrigentini.
La lettura di quelle pagine dei libri conferma che, a partire da valori comuni che devono unire, quali quelli della lotta alla mafia, a seguire alla individuazione delle soluzioni per i problemi cittadini che richiedono il massimo di solidarietà, quali quelli del dissesto idrogeologico, dei problemi della Cattedrale e del centro storico, della soluzione possibile per la riqualificazione della Valle dei Templi, non vi sono né vi saranno situazioni avvelenate o di pregiudiziale contrasto che possano impedire il conseguimento di ogni possibile risultato utile per la collettività agrigentina e il territorio.
In questo senso, la lettura delle pagine dei due libri fornisce un rapporto europeo tra i due esponenti politici che gli elettori agrigentini collocano a capo dei due opposti schieramenti.
Un rapporto europeo, appunto, ove non esiste la denigrazione gratuita, ove vige la regola aurea di affrontare le questioni nel merito, ove la dialettica democratica e la conseguenze contrapposizione di idee e programmi non può e non deve subire degradi per via delle note questioni che hanno registrato negli ultimi vent’anni protagonismi negativi legati alla questione morale e della legalità.”
Agrigento, 29 dicembre 2011
Avv. Giuseppe Arnone
consigliere comunale P.D
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