Chiedo all’emittente Teleacras di essere difesa da me: ritengo una vergogna per lo Stato Italiano aver avviato, nei termini diffusi dal ben informato giornale Grandangolo, una scandalosa procedura, cosiddetta antimafia, al fine di chiudere l’emittente.
Teleacras è un patrimonio che appartiene agli agrigentini, pure le pietre sanno che Teleacras si è schierata contro gli interessi mafiosi rappresentati dai capi di Cosa Nostra Calogero Russello e Lillo Lombardozzi. Ogni agrigentino sa che Teleacras ha garantito e garantisce il massimo di libertà dell’informazione: almeno da dieci anni a questa parte, tutte le battaglie di legalità hanno trovato in Teleacras un organo di informazione trasparente, che non ha accettato intimidazioni.
Nei prossimi giorni convocherò i giornalisti, per dire compiutamente ciò che penso di questa vicenda, soprattutto se – come chiedo e spero – riceverò l’incarico professionale di tutelare l’emittente in ogni sede formale e istituzionale.
Assumo questa iniziativa di difendere Teleacras in una procedura antimafia, rendendo noto all’opinione pubblica che in questo fine settimana il mio studio è stato aperto ed è stato impegnato solo e soltanto per ricevere la vedova di mafia, signora Ruvolo di Ribera, che mi ha chiesto di tutelarla nelle procedure legali che riguardano l’omicidio del marito. La seconda persona che ho ricevuto, invece, è un’altra signora che chiede di essere assistita nella causa di separazione nei confronti dell’ex coniuge, molto portato ad accompagnarsi con le armi, nonché stretto congiunto di noti esponenti della prestigiosa associazione Cosa Nostra.
Ed io, Giuseppe Arnone, che non ho mai difeso imputati di mafia, che non ho mai difeso imputati colpevoli di reati contro la pubblica amministrazione o contro il patrimonio, decido di mettere in gioco anche la mia autorevolezza e la mia immagine nell’assumere questa difesa. E pongo in essere questa scelta perché si debba anche chiarire se dietro questa incomprensibile procedura sanzionatoria, vi siano – come mi pare assai probabile – ispiratori, massonici o di altro genere, che vogliono infangare lo Stato italiano.
La mia toga è disponibile per questa grande battaglia di libertà e di dignità.
Ringrazio sin d’ora Nello Hamel, Marco Zambuto e tutti i giornalisti delle altre testate che, con coraggio e dignità, si sono schierati a favore di Teleacras. E concludo sottolineando che non è un caso che contro Teleacras si levano ogni giorno le voci più indecenti della realtà agrigentina: dall’estimatore di quadri del cognato, Giacomino Di Benedetto, all’incommentabile Aldo Capitano.
Agrigento, 26 marzo 2012
Avv. Giuseppe Arnone
Consigliere Comunale P.D.
Nessun commento:
Posta un commento