mercoledì 21 dicembre 2011

“Cappotto di legno” da dare a Giuseppe Arnone considerazioni del sen. Francesco Ferrante (PD)


Considerazioni del sen. Francesco Ferrante (PD) in ordine a quanto emerso dalla intercettazione telefonica tra l’ex capo del Settore Urbanistica del Comune di Agrigento e un consigliere comunale. Nella conversazione, i due si riferivano a Giuseppe Arnone, apostrofandolo come “gran cornuto” e meritevole di un “cappotto di legno”, e ciò a causa delle denunce che Arnone, proprio in quei giorni, aveva inviato all’Autorità Giudiziaria.

Seguo con notevole attenzione, da molti anni, le vicende della Città dei Templi.
Le intercettazioni ove l’ex capo dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Agrigento, unitamente a un influente politico locale, mostra il suo livore e soprattutto il suo timore per l’incisiva azione di Giuseppe Arnone a tutela della legalità, a difesa del territorio e contro gli speculatori, non mi hanno sorpreso. Semmai, hanno provocato in me – con quelle pittoresche definizioni pronunziate contro Arnone e soprattutto con la minaccia del “cappotto di legno” – il sorriso, quello stesso sorriso e la stessa ironia che ho immediatamente condiviso al telefono con Giuseppe Arnone.
E voglio ricordare che l’ultima mia presenza ad Agrigento è stata pochi mesi addietro, quando abbiamo tenuto con Arnone una conferenza stampa per commentare le dichiarazioni del pentito Maurizio Di Gati in ordine al timore che l’eventuale elezione a sindaco di Giuseppe Arnone, nel 1993, provocò negli esponenti di Cosa Nostra. Di Gati addirittura parlava di riunioni mafiose di vertice, per organizzare “raccolte di voti” contro Giuseppe Arnone e in favore di Calogero Sodano.
Già allora, seguendo le cronache agrigentine, sono rimasto fortemente e negativamente sorpreso da due aspetti. Due aspetti che adesso, in modo identico, vengono a ripetersi. Due aspetti che non possono definirsi “coincidenze”.
Il primo riguarda il sistema giornalistico locale. Ora come allora, vi è un settore dell’informazione agrigentina, purtroppo piuttosto ampio, che pratica una vera e propria censura tanto da apparire contiguo al sistema di potere illegale, che ritiene che la gente non debba conoscere ciò che ha detto Di Gati sul condizionamento elettorale della mafia nel 1993 e ciò che dice, adesso, l’ex capo dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Agrigento, colpito da misura cautelare dall’Autorità Giudiziaria che lo ritiene a capo di una associazione a delinquere. Associazione a delinquere, voglio ricordarlo, che Arnone, con me e Mimmo Fontana a fianco, denunziò pubblicamente, anche all’Autorità Giudiziaria, nel 2006.
Questo settore del sistema informativo inquinato nasconde tutte queste notizie. E in tale quadro merita un plauso quella stampa, libera e democratica, che rompe le logiche di censura e garantisce il diritto alla corretta informazione sui temi dell’inquinamento mafioso e della lotta ai corrotti.
In particolare credo sia giusto ricordare la  pregevole azione che svolge il sito sicilia24h.it, che già all’epoca, appunto qualche mese addietro, quando ci occupammo del sostegno di Cosa Nostra a Sodano per sconfiggere Arnone, diede puntuale riscontro agli agrigentini di tutte le nostre iniziative. Anche quelle, in sede parlamentare, che pure altri hanno censurato.
Ed è stato adesso il medesimo sito internet che, rompendo il muro della censura, ha riportato, con il condimento dell’ironia, la notizia della intercettazione del “gran cornuto” e del “cappotto di legno”.
L’altro profilo, che mi ha colpito e continua a colpirmi, è quello che riguarda il mio Partito ad Agrigento. Allora, cioè lo scorso marzo, vi fu l’assoluto silenzio in ordine alle dichiarazioni del pentito Di Gati: nessun esponente del Partito Democratico agrigentino ritenne di dire una parola sul fatto, tremendo, che la mafia avesse determinato l’elezione di un sindaco “amico” contro l’uomo di sinistra Arnone, ritenuto “nemico”.
Ed oggi, ancora una volta, l’assoluto silenzio su una intercettazione telefonica che meriterebbe invece, da parte di un Partito che ad Agrigento voglia impegnarsi per la legalità e contro i corrotti, un’azione prioritaria e instancabile a sostegno di Arnone e di quelli come lui. 

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