A 15 anni di distanza dai fatti, la Cassazione conferma, con una importantissima sentenza, la denunzia di Arnone contro Lombardo, Castiglione e Vella: ieri sera la Sentenza sul ricorso proposto dagli imputati condannati lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Palermo.
La Suprema Corte ha confermato la responsabilità degli imputati – che nel frattempo hanno beneficiato della prescrizione – per le falsità raccontate in danno di Arnone e Fiorentini al pm Giuseppe Miceli.
Sarà adesso la Corte d’Appello Civile a quantificare in termini economici i gravissimi danni provocati dalle falsità dei tre alle parti civili Giuseppe Arnone e Legambiente.
Giuseppe Arnone: “I testi mendaci Lombardo, Vella e Castiglione, che con le loro vergognose infamie provocarono persino l’arresto della soprintendente Fiorentini e gravissimi danni d’immagine a me e Legambiente, saranno adesso soggetti al migliore dei contrappassi: finanziare la mia campagna elettorale, per cambiare questa città e condannare alla definitiva emarginazione la gente come loro e soprattutto quelli che penso essere i loro mandanti, in una vicenda in cui tutte queste coincidenze non possono essere casuali”.
Ieri anche la Corte di Cassazione, dopo la Corte d’Appello di Palermo, ha premiato la tenacia di Giuseppe Arnone che, malgrado i 15 anni trascorsi, non si è fermato, né scoraggiato, nel chiedere giustizia: anche la Cassazione, pronunziandosi a seguito dei ricorsi degli imputati condannati, conferma quanto sin dal primo momento pubblicamente e con forza sostenuto da Arnone e Legambiente: Claudio Lombardo e Calogera Castiglione si recarono spontaneamente, di loro iniziativa, dal magistrato, il pm Giuseppe Miceli, per lanciare contro Arnone e la Fiorentini accuse false e calunniose. Vere e proprie menzogne, arrecando alle loro vittime enormi sofferenze e danni.
Come si ricorderà, sulla base di quelle falsità di Lombardo, Castiglione e Basilio Vella, il pm, dott. Giuseppe Miceli, richiese e ottenne l’arresto di Graziella Fiorentini, indicata come una sorta di “marionetta” manovrata da Giuseppe Arnone, descritto – sulla base di quelle testimonianze mendaci – come il capo di una lobby affaristica che manteneva le mani sulla città di Agrigento.
All’epoca – siamo nel 1996 – Arnone e Legambiente reagirono con estrema durezza, nell’arco di un anno ottennero l’assoluzione da ogni reato per assoluta inconsistenza delle accuse per Giuseppe Arnone e Graziella Fiorentini, nonché l’apertura di un procedimento disciplinare e per incompatibilità ambientale a carico del magistrato Giuseppe Miceli, immediatamente trasferito a Roma.
La Fiorentini ottenne anche il risarcimento dei danni per l’ingiusta detenzione.
Arnone, quindi, denunziò e trascinò sul banco degli imputati i testi di cui adesso anche la Corte di Cassazione, dopo la Corte d’Appello, conferma il gravissimo operato menzognero.
I tre, tra l’altro, per supportare le loro accuse false e calunniose, ribaltarono letteralmente le pubbliche posizioni assunte da Arnone contro il “riempimento a mare” di Porto Empedocle.
L’avv. Daniela Ciancimino, che in primo grado ha difeso Arnone e Legambiente, ha provato la falsità delle accuse mosse dai tre condannati, producendo persino la delibera del Comune di Agrigento ove Arnone, documentalmente, alla presenza del teste menzognero Lombardo, chiedeva che il Consiglio votasse un atto per bloccare totalmente quei lavori.
Dopo la Sentenza della Suprema Corte, Giuseppe Arnone ha dichiarato: “Adesso Claudio Lombardo, Basilio Vella e Calogera Castiglione sono chiamati innanzi alla Corte d’Appello Civile di Palermo a rispondere, economicamente, dei danni, materiali e morali e delle sofferenze inflitte con le loro calunnie a me e alla mia famiglia, e all’intera Legambiente che pure subì enormi danni di immagine. Utilizzerò il risarcimento del danno economico per finanziare la campagna elettorale a sindaco di Agrigento: costoro e i loro amici – e probabilmente anche i mandanti che intuisco li manovravano – volevano stroncare la mia carriera politica, per impedirmi di servire la collettività agrigentina e siciliana. La migliore pena è quella di far pagare loro la mia campagna elettorale per rivoluzionare questa città e mettere definitivamente ai margini loro e tutta la gente come loro. E mi pare assolutamente doveroso, adesso, chiedere pubblicamente all’allora segretario regionale del mio partito, Angelo Capodicasa, pubbliche scuse per me e per gli agrigentini: Capodicasa e Angelo Lauricella ebbero l’ardire e l’indecenza di convocare una conferenza stampa, mentre la Fiorentini era agli arresti, per manifestare sostegno e solidarietà all’inchiesta infame, al magistrato Miceli e ai testi palesemente mendaci, che tanto danno avevano provocato.”
Ringrazio gli avvocati che hanno difeso me e Legambiente nei vari gradi di giudizio, Daniela Ciancimino, Arnaldo Faro, Valentina Riccobene e Antonio Andreozzi.
Agrigento, 2 dicembre 2011
PRONUNZIA CASSAZIONE 1 DICEMBRE 2011
“Replica alle scomposte reazioni dell’imputato Lombardo ecc. ecc.”
Si fa seguito al precedente comunicato per ricordare agli imputati Lombardo, Castiglione e Vella che la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello Civile da parte della Corte di Cassazione significa che la Corte di Cassazione ha ritenuto esattamente esistenti le menzogne, puntualmente indicate nella sentenza della Corte d’Appello penale che gli imputati avevano impugnato.
Nel loro ricorso, deciso ieri dalla Cassazione, gli imputati si professavano innocenti e sostenevano che la Corte d’Appello penale avesse sbagliato nel condannarli e chiedevano l’annullamento senza rinvio di detta sentenza di condanna.
La Cassazione ha ritenuto di non condividere la loro tesi, perché come del tutto evidente, se li avesse ritenuti innocenti avrebbe annullato la sentenza, senza alcun rinvio alla Corte d’Appello civile.
Gli imputati sostenevano, nel loro ricorso in Cassazione, di avere detto il vero e che la Corte d’Appello penale avesse errato nel sostenere, condannandoli, che detti imputati avessero dichiarato a verbale, innanzi a un pm, circostanze assolutamente false.
Pure un bambino di tre anni comprende che se la Corte di Cassazione avesse ritenuto che gli imputati avevano detto la verità, non vi era motivo alcuno di trasmettere, come ha trasmesso, gli atti alla Corte d’Appello civile che ha il compito di quantificare il danno e di verificare dunque in quale misura e in che modo affermazioni degli imputati contrarie al vero hanno danneggiato le parti civili Arnone e Legambiente.
Va anche ricordato che la condanna alle spese nei confronti delle parti civili riguarda, esplicitamente, solo e soltanto, il ricorso contro Hamel, in quanto prima la Corte d’Appello e poi la Cassazione hanno sancito che Hamel non poteva essere punito per le falsità dette, per un motivo tecnico: non è punibile chi mente innanzi agli ufficiali di polizia giudiziaria, ma soltanto chi mente innanzi al magistrato. Castigliane, Lombardo e Vella avevano mentito innanzi al magistrato e Hamel, invece “soltanto” avanti alla Polizia.
Per “fare felici” gli imputati, mi impegno a leggere e commentare, pubblicamente, il testo integrale della sentenza con motivazioni, non appena questo sarà disponibile.
Agrigento, 2 dicembre 2011
Avv. Giuseppe Arnone
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