Il sottoscritto avv. Giuseppe Arnone, nato ad Agrigento il 06/02/1960 ed ivi residente nella via Minerva n.5, cod. fisc RNNGPP60B06A089V, elettivamente domiciliato presso il proprio studio professionale, in Agrigento, via Minerva n.5, difeso nel presente procedimento da sé medesimo e dall’ avv. Valentina Riccobene del foro di Agrigento .
PROMUOVE IL PRESENTE RICORSO
nei confronti delle articolazioni degli organi di rappresentanza del Partito Democratico nei livelli nazionale, regionale,.
Ed all’uopo si individuano quali controparti alle quali notificare il presente ricorso nell’ambito dei rispettivi poteri e responsabilità per come statuiti dagli Statuti nazionale e regionale:
- Per quanto riguarda il Partito nazionale, con sede in Roma, in via S. Andrea delle Fratte, 13, cod. fisc. 0446791005 il legale rappresentante, per come statutariamente individuato ( nonché nei confronti del segretario nazionale, on. Pier Luigi Bersani);
- Per quanto riguarda il Partito regionale, con sede in Palermo in via Bentivegna n. 13, cod. fisc. 0446791005 il legale rappresentante, per come statutariamente individuato, (nonché nei confronti del segretario regionale, on. Giuseppe Lupo);
Le controparti del presente ricorso sono quelle sopra individuate in quanto sono esse cui i rispettivi statuti riconoscono rappresentanza legale con relative competenze. Per autonoma determinazione del ricorrente si ritiene opportuno notificare il presente ricorso affinchè valutino se intervenire, anche ai seguenti signori:
- Per quanto riguarda il Partito provinciale, con sede in Agrigento, via S. Vito, 29, il segretario provinciale avv. Emilio Messana;
- Per quanto riguarda il Partito comunale, sempre con sede in Agrigento, via S. Vito, 24, il segretario comunale, dott. Pietro Luparello;
- Per quanto riguarda il Circolo P.D. “Agrigento Centro”, con sede in Agrigento, via Imera, il segretario di circolo, Domenico Pistone.
Si ribadisce che il ricorrente individua quali controparti effettive e titolate le prime due, cioè i legali rappresentanti del Partito nazionale e regionale, ma, per completezza del contraddittorio, anche in relazione ai provvedimenti che si chiede al Tribunale di assumere, si ritiene di notificare il presente ricorso anche agli ulteriori tre soggetti suindicati, e ciò in ragione nelle loro rispettive qualità e soprattutto responsabilità, cioè i signori Messana, Luparello e Pistone.
IN DIRITTO
La competenza territoriale
Merita solo una battuta l’argomentazione finalizzata a radicare la competenza territoriale presso questo Tribunale di Agrigento. E’ pacifico che il rapporto tra l’iscritto ed il partito viene ad essere un normale rapporto contrattuale e, nel nostro caso, il contratto di che trattasi è stato stipulato nel circondario del Tribunale di Agrigento, trattandosi di iscritti presso circoli agrigentini. Nel caso che ci occupa, l’odierno ricorrente è in possesso della tessera per l’anno 2010 rilasciata dal Circolo di Lampedusa del Partito Democratico, circolo che ricade nella competenza territoriale di questo Tribunale, e non ha la tessera del 2011 perché il Circolo di sua competenza, cioè il circolo “Agrigento centro” ove ricade adesso la residenza del ricorrente, incredibilmente, non ha ritenuto di aprire il tesseramento, e ciò sino alla data odierna.
La competenza del Giudicante
Del pari pacifica è la competenza del Tribunale civile a giudicare i fatti che qui si espongono, in quanto pacifici insegnamenti giurisprudenziali e dottrinali individuano nel Giudice civile l’organo dello Stato che ha il compito di regolare e disciplinare il rispetto delle procedure e delle regole all’interno di un Partito politico.
Ci si rende conto che il presente procedimento per il dirompente rilievo dei fatti di causa è destinato a divenire una pietra miliare nella storia della tutela democratica dei diritti di partecipazione alla vita politica. Ma appunto, un partito politico, anche per il rilievo costituzionale che viene ad avere (basti pensare all’attuale sistema elettorale e di finanziamento pubblico dei partiti che attribuiscono ai capi di essi un enorme potere), non può essere una isola lambita dal diritto ove vige nel concreto la legge del più forte e nel caso estremo la legge dell’imbroglione, più potente, più arrogante e più attrezzato.
In uno Stato democratico i principi costituzionali ed i principi di democrazia vanno applicati anche all’interno di un partito politico i cui organi devono garantire il rispetto delle regole che il partito stesso, liberamente si è dato.
Ed all’uopo si ritiene sin d’ora utile riportare il brillante insegnamento giurisprudenziale del Tribunale di Agrigento espresso nell’ambito del procedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. iscritto al n. 2910/2009.
In quel procedimento, con Ordinanza, con una motivazione assai qualificante, il Tribunale riconosceva, ai sensi anche delle norme costituzionali, quale profilo del “diritto di associarsi” il diritto tutelabile in via giurisdizionale, anche mediante procedura d’urgenza, ad avere riconosciuta agli iscritti la titolarità “di una posizione soggettiva che lo legittima a chiedere il rispetto delle norme statutarie sui requisiti di iscrizione e sulle procedure di accertamento di tali requisiti”. Ancora, secondo il Giudice fa parte dei diritti tutelabili con il controllo giurisdizionale “il diritto a non vedere ingiustamente discriminata la propria richiesta di adesione” e, per converso il diritto a che la vita interna e le altre adesioni al partito avvengano regolarmente sulla base delle regole che il partito si è dato. Ciò in forza, scrive il Tribunale, degli articoli “18 e 49 Costituzione applicabili alla fattispecie di cui si discute di un particolare tipo di associazione non riconosciuta quale è il partito politico”. Quel provvedimento è di grandissimo pregio giuridico ai fini della tutela del diritto democratico ad associarsi in quanto il Tribunale ritiene “possibile attivare un controllo giurisdizionale sull’esercizio da parte dell’associazione del diritto di decidere chi può parteciparvi, atteso che tale diritto incontra dei limiti interni (le norme pattizie ed in particolar modo quelle statutarie) ed esterni (in primis le norme costituzionali e poi le altre norme imperative dell’Ordinamento che non possono essere superate dall’autonomia statutaria)”.
MERITO DEL PRESENTE RICORSO
L’odierno ricorso è finalizzato a ottenere:
1) l’apertura del tesseramento per l’anno 2011, da parte del Circolo P.D. “Agrigento Centro”, che ha per segretario il sig. Domenico Pistone;
2) previa apertura del tesseramento, con le modalità, obblighi e doveri previsti dal Regolamento per il Tesseramento del Partito Democratico, approvato dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico in data 15 luglio 2008, il rilascio della tessera all’odierno ricorrente, avv. Giuseppe Arnone, nonché a tutti coloro che ne hanno interesse e manifestano tale interesse nelle forme previste dal citato Regolamento;
3) la rimozione del segretario del Circolo “Agrigento Centro”, Domenico Pistone, in quanto è venuto meno alla regola fondamentale di garantire la partecipazione democratica dei cittadini interessati alla vita del Partito, in primo luogo aderendo al Partito medesimo, ovvero rinnovando l’adesione;
4) la rimozione del segretario – coordinatore cittadino, dott. Piero Luparello, in quanto, seppur perfettamente e formalmente a conoscenza della mancata apertura del tesseramento nei termini pubblici statutariamente previsti, ha ritenuto di non assumere alcun provvedimento o alcuna iniziativa finalizzata a garantire il ripristino delle regole interne del Partito in materia di tesseramento;
5) la rimozione del segretario provinciale del Partito Democratico, avv. Emilio Messana, per le medesime ragioni esposte al punto precedente in relazione al ruolo del coordinatore cittadino del Partito stesso;
RAGIONI DELL’URGENZA E DEL DANNO IRREPARABILE
Come si avrà modo di comprovare agevolmente, la mancata apertura del tesseramento – quantomeno nei termini pubblici, stabiliti dalle norme regolamentari del Partito Democratico – è, con ogni evidenza, funzionale e strumentale ad impedire il rinnovo della tessera da parte del consigliere comunale di Agrigento, avv. Giuseppe Arnone, odierno ricorrente, e ciò al fine di inibire al medesimo la possibilità di svolgere attività politica all’interno del Partito Democratico, con prioritario e principale riferimento alla fase preparatoria delle elezioni per la carica di sindaco di Agrigento, elezioni previste nella primavera del 2012.
L’aver violato le norme relative al Tesseramento del Partito, ossia alle Adesioni al Partito medesimo, è funzionale a impedire sia il tesseramento dell’Arnone – nel suo caso si tratta di rinnovo della tessera 2010 – sia di impedire il tesseramento della notevole moltitudine di cittadini che condividono l’attività, il lavoro e le posizioni politiche dell’avv. Giuseppe Arnone.
Per meglio comprendere la gravità delle violazioni statutarie, che tra breve si illustreranno, è utile far presente che gli inequivoci risultati elettorali rendono l’avv. Arnone il naturale ed elettoralmente forte candidato alla carica di Sindaco di Agrigento per l’area di centrosinistra.
Ed invero, l’avv. Arnone, alle ultime elezioni comunali è risultato, in assoluto, il primo eletto in Consiglio Comunale, con quasi il doppio dei voti rispetto al più votato dello schieramento avverso, nonché per quattro volte rispetto al più votato degli altri eletti del Partito Democratico.
Ma vi è di più, molto di più, in ordine al radicamento elettorale dell’avv. Arnone, che tanto “impaurisce” i dirigenti locali del PD, al punto di impedire, con tali “mezzucci”, persino il banalissimo tesseramento dell’Arnone e della componente che al medesimo fa riferimento.
Nell’anno 2008, si sono tenute le elezioni regionali e, in un quadro di asperrimo scontro interno al Partito Democratico – caratterizzato da reati elettorali posti in essere con certezza dal segretario provinciale Emilio Messana, in danno del Partito e, in particolare, del candidato Giovanni Manzullo – l’avv. Arnone, forte di un sondaggio dell’agenzia IPSOS che lo dava come il candidato di centrosinistra più gradito all’elettorato dell’intera Provincia, decise di candidarsi alla carica di Presidente della Provincia, senza tuttavia proporre liste di candidati al Consiglio Provinciale e, pertanto, confidando solo sul “voto disgiunto”.
L’audace “scommessa politica” dell’avv. Arnone, otteneva un inconfutabile successo: nella città di Agrigento otteneva il 20% dei consensi, contro il 15% dell’altro concittadino, avv. Giandomenico Vivacqua, candidato dell’intero Partito Democratico, quest’ultimo sostenuto dalle liste a sostegno, dai deputati nazionali e regionali, dai finanziamenti di partito, ecc.
Veniva fuori, dunque, il risultato – assolutamente tranciante – che l’Arnone, da solo, nella città di Agrigento gode di un consenso di gran lunga superiore rispetto a tutto quello dell’intero Partito Democratico messo assieme.
Tale risultato veniva confermato anche alle elezioni Europee dell’anno successivo, quando i candidati Borsellino e Crocetta, ambedue sostenuti da Arnone, ottenevano suffragi quattro volte superiori rispetto al candidato Tripi e al candidato Barbagallo, candidati prioritari delle altre correnti del Partito e di tutti gli altri parlamentari.
Questi rapporti di forza reali nella società agrigentina stanno alla base della violazione delle regole del Tesseramento, tesa ad impedire che l’esponente politico più conosciuto ed elettoralmente più consistente possa regolarmente svolgere vita di partito, tesserando sé medesimo, nonché anche i suoi sostenitori.
Da un lato vi è l’indubbio rapporto di forza elettorale che premia l’Arnone a fronte di tutti gli altri dirigenti locali, dall’altro le posizioni molto nette dell’Arnone sul tema della legalità, della moralità e della lotta alle collusioni anche all’interno del Partito Democratico agrigentino e siciliano.
In relazione proprio a questi ultimi aspetti, è ormai notissima – perché ampiamente ripresa dalla stampa nazionale – la battaglia condotta da Giuseppe Arnone contro la corrente interna al P.D. che ha per capi i parlamentari Vladimiro Crisafulli e Angelo Capodicasa. Il primo è stato addirittura intercettato dalla Polizia a colloquio con il capomafia di Enna, tale Bevilacqua, uomo già condannato a 10 anni di galera: la discussione tra il Crisafulli e il mafioso aveva per oggetto appalti da truccare, assunzioni clientelari da spartire, composizione di giunte comunali, e altri illeciti.
Parimenti, assai discutibile, in termini di rispetto dei valori statutari del Partito Democratico inerenti legalità, moralità e lotta alla mafia, è il modo di agire dell’on. Angelo Capodicasa, vero dominus politico dei resistenti Messana e Pistone, nonché “mortale nemico politico” dell’Arnone.
In relazione allo scontro e alle iniziative che hanno portato l’Arnone a scontrarsi con il “gruppo di potere” composto da Crisafulli, Capodicasa e i loro adepti, è sufficiente fare riferimento ai seguenti documenti che qui si allegano, contenuti nel fascicolo di questo ricorrente:
a) intero volume “Chi ha tradito Pio La Torre? – Relazione per Bersani e Rosy Bindi sulla questione morale del PD in Sicilia”;
b) intero volume “Bagani – La sinistra da buttare”
c) stralcio dal volume “Romanzo Criminale – Parla il pentito Di Gati”, pagg. 7e 8, da 303 a 324;
d) documento “volantone”, in data distribuito in occasione della Direzione nazionale PD del 5.2.2011
e) lettera aperta alla Presidente del Partito Democratico, on. Rosy Bindi, in ordine alle collusioni, nonché ai gravissimi fatti di illegalità e degrado, riguardanti gli onorevoli Crisafulli e Capodicasa.
Alla luce di quanto esposto, si sono illustrate le ragioni che stanno alla base di quello che si dimostrerà essere l’illecito operare, mediante omissione, del Circolo PD “Agrigento centro”, finalizzato a impedire che l’avv. Giuseppe Arnone possa iscriversi al Partito e che possano liberamente iscriversi i cittadini di Agrigento interessati a partecipare alla vita interna del Partito Democratico.
Ovviamente, le illustrazioni del movente potrebbero non essere sufficienti, da sole, a sostanziare la richiesta di un provvedimento d’urgenza, per cui immediatamente si ribadiscono e si richiamano le ragioni dell’urgenza: risulta, di contro, urgente certamente consentire all’Arnone, mediante il rinnovo della tessera PD 2010, che si può ottenere solo previa apertura del Tesseramento per come previsto dal relativo Regolamento nazionale, di poter partecipare alla vita interna del Partito, contribuendo alla definizione di tutte le attività propedeutiche alla presentazione delle liste dei candidati, e in primo luogo alla attività finalizzata alla organizzazione e partecipazione delle cosiddette elezioni “primarie”, previste quale sistema per la selezione dei candidati sindaci.
Risulta del tutto ovvio che, se da solo l’Arnone ha battuto con ben cinque punti percentuali di distacco, l’intero Partito alle elezioni provinciali del 2008, egli sia l’esponente politico “da battere” per quanto riguarda le eventuali elezioni “primarie” per le candidature a sindaco di Agrigento.
Ed ecco il motivo d’urgenza: dall’esterno del Partito, Arnone non può contribuire a determinare le Primarie, non può contribuire a determinare la linea politica, anche in relazione alla decisione di tenere o meno dette elezioni Primarie.
Come si avrà modo di comprovare, escutendo i testi che si indicano, l’Arnone non viene invitato alle riunioni del Partito, viene persino strumentalmente escluso dalle riunioni del gruppo consiliare del Partito Democratico al Comune di Agrigento, in quanto gli altri due consiglieri, la consigliera avv. Angela Galvano e il consigliere ing. Salvatore Lauricella, ritengono di dichiarare di non riconoscere l’Arnone quale tesserato del Partito Democratico.
Appare di tutta evidenza che la mancata apertura del tesseramento, nella organizzazione territoriale di competenza dell’Arnone, viene a recare a quest’ultimo, nonché all’intero Partito, un danno grave e irreparabile, pregiudicando la partecipazione politica, il contributo alle scelte e alle decisioni, nonché l’apporto elettorale dell’Arnone al Partito Democratico e viceversa, da parte di un esponente di cui è indiscusso il rilievo.
E non ci si stanca di rimarcare in che misura sia del tutto contraria allo Statuto e ai Regolamenti del Partito Democratico la “furbizia” posta in essere dal Pistone e dai suoi danti causa nel non aprire il tesseramento, al fine impedire all’Arnone di tesserarsi regolarmente.
L’Arnone inoltre è componente di organismi interni del Partito Democratico Nazionale, in primo luogo della Direzione Nazionale degli Ecologisti Democratici (ECODEM), e in tale qualità beneficia dei rimborsi spese da parte del Partito Democratico Nazionale.
LA VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO
L’art. 8 del Regolamento per il Tesseramento del Partito Democratico, approvato dalla Direzione Nazionale del 15 luglio 2008 e tuttora vigente, così recita: “L’iscrizione avviene presso la sede del circolo mediante la sottoscrizione e il ritiro della tessera. Ogni circolo predispone un calendario per l’iscrizione al partito assicurando adeguata e preventiva pubblicità a luogo e tempi di consegna. Responsabile è il coordinatore del circolo. Presso ogni circolo e' costituito un ufficio adesioni nominato dal coordinamento del circolo con voto limitato a 2/3, che affianca il coordinatore del circolo per queste funzioni e nella consegna delle tessere. Allorquando, sulla base dello Statuto e del Codice etico, il Coordinamento del circolo ritenga che non vi siano i presupposti per il rilascio della tessera, è tenuto a comunicare all’ufficio provinciale/territoriale le generalità e le motivazioni dell’avvenuto rifiuto, contemporaneamente alla comunicazione mensile degli iscritti. Ogni Coordinamento regionale, con proprio regolamento, di concerto con il dipartimento nazionale dell’organizzazione, può ulteriormente disciplinare le modalità di ritiro della tessera.”
Da notarsi che è lo stesso Regolamento a riportare in grassetto, sottolineandone l’importanza, l’aggettivo “preventiva”, riferito alla pubblicizzazione dei modi e delle forme del tesseramento di Circolo. Ad Agrigento non è avvenuto nulla di tutto ciò, per quanto riguarda il Circolo di competenza territoriale dell’Arnone.
Non solo, ma appunto le richieste inviate dall’Arnone a mezzo e-mail al segretario Domenico Pistone sono rimaste tutte inevase.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI IN ORDINE AL
MOVENTE DEL MANCATO RILASCIO DELLA TESSSERA
Va evidenziato che l’avv. Giuseppe Arnone è l’unico che si è battuto e si batte per chiedere chiarezza in ordine alla gravissima vicenda illustrata nelle pagine del volume “Bàgani. La sinistra da buttare” e del volume “Chi ha tradito Pio La Torre”, relativa ai falsi posti in essere all’interno del partito Democratico di Agrigento nella designazione dei rappresentanti di lista presso la Commissione Elettorale presso il Tribunale, in occasione delle elezioni regionali del 2008.
Fatti di reato, questi, già accertati da due sentenze del Tribunale di Agrigento (in data 17.11.2009, Giudice dott. Davico) e della Corte d’Appello di Palermo, nell’ambito del processo penale ai signori imputati Vittorio Gambino e Giuseppe Palermo, accusati dell’utilizzo dell’atto falso, in quanto i medesimi rappresentavano il Partito presso detta Commissione Elettorale, mediante l’atto falso di nomina in questione e ponendo in essere comportamenti gravemente scorretti in danno del compagno di partito, candidato, Giovanni Manzullo, il quale denunziava i reati di che trattasi.
Ai fini della propria difesa, il Palermo veniva ad accusare, esplicitamente, il segretario provinciale del P.D., Emilio Messana, di avergli consegnato l’atto falso di che trattasi. Dalle dichiarazioni del Palermo e dagli altri elementi esaustivamente disponibili, emerge che Messana ha deciso le designazioni in questione all’insaputa degli organi competenti e dei candidati alle elezioni, nonché, di conseguenza, ha falsificato o fatto falsificare le tre firme sull’atto di nomina perché, altrimenti, sarebbe pacificamente emerso l’abuso di che trattasi.
L’intera vicenda è puntualmente ricostruita a pag. 111 e segg. del libro “Bàgani. La sinistra da buttare”. Di detta vicenda si fornirà prova producendo gli atti del Giudizio appena definito innanzi la Corte d’Appello di Palermo, II Sezione Penale, con sentenza a carico di Palermo e Gambino. Atti che contestualmente si chiedono alla Corte d’Appello, per produrli nel presente Giudizio.
A questo punto, si ritiene di articolare e chiedere i seguenti mezzi di prova:
A) Prova della mancata apertura del tesseramento.
Testi informatori: Sig.ri Sen. Benedetto Adragna, sig.ra Graziella Ancona, prof. Maurizio Bonomo, ing. Giuseppe Riccobene, nonché lo stesso segretario Domenico Pistone, che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o Vero è che non esiste traccia, né sui giornali cartacei, né sui siti internet locali (giornali on line) di notizie o comunicati relativi all’apertura del tesseramento del Circolo P.D. denominato “Agrigento Centro” e che, comunque, non esiste traccia delle modalità di apertura del Circolo per consentire ai cittadini interessati di richiedere e ottenere la tessera del Partito in detta struttura territoriale “Agrigento Centro”;
- ing. Giuseppe Riccobene e sig. Domenico Pistone sul seguente articolato:
o “vero è che l’avv. Giuseppe Arnone, per tramite di e-mail, ha inviato al sig. Domenico Pistone varie richieste, finalizzate all’ottenimento della tessera, e ciò nei mesi da aprile a luglio 2011”;
o “vero è che, in un primo momento, il sig. Domenico Pistone rispondeva, pubblicamente, che il tesseramento non era stato aperto perché non erano ancora pervenute le tessere di pertinenza dei circoli della provincia di Agrigento”;
o “vero è che l’intervento del sig. Pistone provocava la pubblica reazione, sui giornali online, del segretario del PD di Campobello di Licata, dott. Giuseppe Sferrazza, che sbugiardava il Pistone, attestando di avere da tempo ricevuto le tessere per l’anno 2011 e di averne già iniziato la regolare distribuzione nel Circolo di propria competenza”;
B) Prova in ordine all’urgenza e al danno irreparabile
- Testi informatori: Sig.ri Sen. Benedetto Adragna, prof. Maurizio Bonomo, dott. Pietro Luparello, nonché lo stesso segretario Domenico Pistone, che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o “Vero è che si sono tenute una serie di riunioni del Partito Democratico nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2011, relative alle elezioni per il Sindaco di Agrigento, previste per la primavera 2012 e che, a dette riunioni, non è mai stato invitato il consigliere del partito Democratico, avv. Giuseppe Arnone che, pertanto, non ha mai potuto parteciparvi”;
- Testi informatori: avv. Angela Galvano, ing. Salvatore Lauricella, consiglieri comunali del Partito Democratico di Agrigento, che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o “vero è che non abbiamo mai invitato né in alcun modo coinvolto nelle nostre riunioni e attività del gruppo consiliare del P.D., l’avv. Giuseppe Arnone”;
o “vero è che la consigliera Galvano, nel corso di una seduta del Consiglio Comunale di Agrigento, prendendo la parola nella qualità di capogruppo consiliare del P.D., ha dichiarato che, a suo dire, in ottemperanza alle indicazioni ricevute dal segretario provinciale avv. Emilio Messana, Giuseppe Arnone non era da considerarsi componente del gruppo consiliare del Partito medesimo, in quanto non tesserato”;
- Su quest’ultimo articolato si chiede di escutersi anche l’ing. Giuseppe Riccobene, che ha assistito in televisione a dette affermazioni profferite dalla consigliera Galvano
C) Prove in ordine alla manifesta ostilità dei capicorrente del Messana, onorevoli Angelo Capodicasa e Mirello Crisafulli, nei confronti dell’avv. Giuseppe Arnone
- Testi informatori: on. Angelo Capodicasa, sen. Vladimiro Crisafulli, che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o “Vero è che, nel corso di una riunione del Partito Democratico, tenutasi in Palermo presso un noto hotel, in data 21 settembre 2011, l’on. Crisafulli reagiva nei confronti dell’avv. Arnone tentando di aggredirlo fisicamente e quest’ultimo riusciva a bloccarne le mani, in presenza di oltre 200 persone partecipanti all’incontro”;
o “Vero è che la notizia di cui al precedente punto veniva diffusa dagli organi di stampa regionali, e in particolare dal Giornale di Sicilia con un titolo in prima pagina”;
o “Vero è che l’on. Capodicasa ha diffuso notizie di avere querelato, nell’anno 2011, l’avv. Giuseppe Arnone;
- Su questi ultimi due articolati si chiede l’escussione dell’ing. Giuseppe Riccobene.
D) Prove in ordine alla manifesta ostilità intercorrente tra i signori Domenico Pistone ed Emilio Messana da un lato, e Giuseppe Arnone dall’altro
- Testi informatori: Domenico Pistone, Emilio Messana, Giuseppe Riccobene, Graziella Ancona, Luigi Restivo Pantalone, Maurizio Masone, Angelo Capodicasa, Giovanni Panepinto, Giuseppe Sferrazza che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o “Vero è che Giuseppe Arnone ha pubblicato nei suoi libri, e letto in televisione, i passaggi della Sentenza del Tribunale di Agrigento ove il sig. Domenico Pistone veniva descritto come un teste reticente, che si rifiutava di dichiarare se una firma apposta in calce a un documento fosse o meno la propria”;
o “Vero è che Giuseppe Arnone ha pubblicato nei suoi libri, e letto in televisione, i passaggi della Sentenza del Tribunale di Agrigento ove tale prof. Giuseppe Palermo, imputato per aver utilizzato un atto falso, dichiarava che aveva ricevuto l’atto in questione per iniziativa esclusiva dell’avv. Emilio Messana, segretario provinciale del Partito, e che era inconsapevole della falsità del medesimo”;
o “Vero è che, in numerosi pubblici interventi, l’avv. Giuseppe Arnone ha dichiarato che all’interno del Partito Democratico vige un clima di omertà e complicità che ruota attorno anche alle evidenti responsabilità di Pistone e Messana i quali – per quanto accertato dai giudici in ordine ai fatti denunziati dall’on. Giovanni Manzullo e relativi alle elezioni regionali del 2008 – dovrebbero essere cacciati dal partito, fatti di reato confermati e accertati dalla Magistratura”
o “Vero è che l’avv. Emilio Messana era ampiamente al corrente delle accuse intercorse da parte dell’Arnone nei confronti del Pistone, relative alla mancata apertura del tesseramento per l’anno 2011, nel Circolo P.D. “Agrigento Centro”, in quanto il Messana, unitamente al segretario cittadino Luparello, erano destinatari delle lettere pubbliche con cui Arnone chiedeva la tessera e denunziava detti fatti. Ed il Messana, in particolare, ha avuto modo di rispondere pubblicamente, in sede di Partito, in ordine a detti fatti di mancata apertura del tesseramento in Agrigento”;
o “Vero è che Giuseppe Arnone si è associato ai ricorsi presentati da Domenico Catuara e altri, tutti della componente del senatore Adragna, con i quali si chiedeva l’annullamento del tesseramento P.D. per l’anno 2009, argomentando che il medesimo era gravemente falsato e falsificato, con rilascio di tessere fasulle, nell’ordine di molte centinaia di iscritti”;
o “Vero è che Catuara e gli altri ricorrenti indicavano in Messana il principale responsabile di detti imbrogli”;
o “Vero è che la Commissione regionale di Garanzia ha emesso un provvedimento con il quale ha riconosciuto le evidenti e palesi irregolarità dei procedimenti di tesseramento, prendendo poi atto dell’accordo politico raggiunto tra le varie componenti, non procedendo per tale sostanziale ragione all’annullamento dello stesso”;
E) Prove in ordine all’incontestato tesseramento dell’Arnone per l’anno 2010 presso il Circolo P.D. di Lampedusa.
- Testi informatori: Giuseppe Palmeri, segretario Circolo P.D. Lampedusa (AG), on- Giuseppe Lupo, segretario regionale P.D., sen. Benedetto Adragna, che si chiede siano escussi sul seguente articolato:
o “Vero è che Peppino Palmeri ha rilasciato la tessera a Giuseppe Arnone e di detto rilascio è stato informato il segretario regionale Lupo che ha comunicato a Palmeri la validità della tessera, ad ogni effetto, e che non era opportuno che Arnone richiedesse ulteriormente la tessera ad Agrigento per il 2010.”;
o “Vero è che Palmeri ha rilasciato la tessera ad Arnone nell’aprile 2010 in quanto ad Agrigento il tesseramento 2010 non veniva aperto, e si apriva solo nel mese di ottobre 2010”;
- Su quest’ultimo articolato si chiede di escutersi anche: Maurizio Bonomo, Domenico Pistone, Emilio Messana, Domenico Catuara, Giuseppe Riccobene.
- Ed infine, si chiede l’escussione del Senatore Francesco Ferrante sul seguente articolato:
- “Vero è che L’Arnone inoltre è componente di organismi interni del Partito Democratico Nazionale, in primo luogo della Direzione Nazionale degli Ecologisti Democratici (ECODEM), e in tale qualità beneficia dei rimborsi spese da parte del Partito Democratico Nazionale.”
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Sulla base di quanto esposto, il ricorrente come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato
FA ISTANZA
1) affinchè l’Illustrissimo Tribunale adito voglia, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, emettere Decreto, inaudita altera parte, ordinando al segretario nazionale on. Pier Luigi Bersani, o in subordine all’Organo Nazionale o Regionale che reputerà competente, di rilasciare, con effetto immediato, la tessera del Partito Democratico per l’anno 2011 all’avv. Giuseppe Arnone, nonché di fornire tutte le disposizioni necessarie per la regolare apertura del tesseramento presso il Circolo P.D. “Agrigento Centro”;
2) affinchè l’Illustrissimo Tribunale adito voglia, previo contraddittorio, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, ordinare ai segretari nazionale e regionale del Partito – ovvero disporli direttamente – i provvedimenti che riterrà più opportuni, comunque finalizzati a:
a. rimuovere il segretario del Circolo P.D. “Agrigento Centro”Pistone, responsabile delle condotte sopra descritte e, in particolare, di non aver aperto il tesseramento per l’anno 2011, con le modalità pubbliche espressamente prescritte dal vigente Regolamento per il Tesseramento del Partito Democratico e per avere, in tal modo, violato elementari regole di partecipazione democratica, nonché i principi fondamentali dello Statuto del Partito stesso;
b. rimuovere il segretario cittadino del Partito Democratico, dott. Pietro Luparello, per aver fornito ogni complicità e copertura all’operato del segretario Pistone, sintetizzato al superiore punto a.;
c. rimuovere il segretario provinciale del P.D., Emilio Messana, per aver posto in essere le condotte sopra descritte, aver posto in essere complicità negli illeciti e nelle violazioni di regolamenti e statuti, posti in essere dal segretario Domenico Pistone, per aver indotto i consiglieri comunali del P.D. di Agrigento Lauricella e Galvano a violare lo Statuto del Partito e quello del Comune di Agrigento, escludendo l’Arnone dalla vita interna del gruppo consiliare del Partito Democratico al Comune di Agrigento, per aver posto in essere dette condotte per l’abietto e spregevole motivo di garantire a sé medesimo l’impunità penale e il mantenimento della carica di segretario provinciale, malgrado gli evidenti reati commessi, ricostruiti nelle pagine sopra indicate del libro “Bàgani. La sinistra da buttare” (pagg. 111 e segg.) , nonché negli atti del procedimento penale a carico di Palermo e Gambino che, nei tempi più brevi, ci si riserva di produrre previo rilascio di copia da parte della Corte d’Appello;
Si insiste nelle ragioni dell’indifferibile urgenza anche della rimozione dei tre suddetti Pistone, Luparello e Messana per l’enorme danno che i medesimi tanno arrecando ai valori e alla stessa immagine del Partito Democratico e, conseguentemente, all’avv. Giuseppe Arnone che ne è esponente autorevole in Agrigento.
Il contributo unificato per l’iscrizione del presente atto è pari a euro di valore indeterminato.
Con contestuale fissazione di udienza e indicazione dei termini per la notificazione del ricorso e del Decreto.
In subordine, nell’ipotesi in cui non si ritenga ricorrano i presupposti per il provvedimento inaudita altera parte, fissare la comparizione delle parti sopra indicate in contraddittorio, procedendo nel modo ritenuto opportuno agli atti di istruzione ritenuti indispensabili e quindi adottando i provvedimenti sopra indicati nei confronti dei suddetti responsabili di partito.
Documenti che si allegano
- intero volume “Chi ha tradito Pio La Torre? – Relazione per Bersani e Rosy Bindi sulla questione morale del PD in Sicilia”;
- intero volume “Bagani – La sinistra da buttare”
- stralcio volume “Romanzo Criminale – Parla il pentito Di Gati”, pagg. 7e 8, da 303 a 324;
- documento “volantone”, in data 05.02.2011 distribuito in occasione della Dir. naz PD
5. lettera aperta alla Presidente del Partito Democratico, on. Rosy Bindi, in ordine alle collusioni, nonché ai gravissimi fatti di illegalità e degrado, riguardanti gli onorevoli Crisafulli e Capodicasa.
6. Lettere inviate a Pistone per richiedere la tessera da parte di Arnone;
Ai fini della determinazione del contributo unificato si dichiara che per la presente causa è di valore indeterminabile.
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