giovedì 3 maggio 2012

Su finanziamenti CIPE

Tra alfaniani e Zambuto, aperta la gara del bugiardo dell’anno. Tutta in danno della collettività. I progetti finanziati tutti predisposti da ATO Idrico e Girgenti Acque. I cittadini hanno il diritto di veder iniziare, al più presto, opere idriche e fognarie per 150 milioni di euro. Tutte politiche anche le gravissime responsabilità della mancata approvazione tariffa idrica, che consentirebbe grandi risparmi agli agrigentini.
“Zambuto, alfaniani, basta bugie sui fondi del CIPE. I meriti vanno solo e soltanto a Girgenti Acque e ai tecnici dell’ATO Idrico. Con tutte queste menzogne, voi offendete gli agrigentini, scambiandoli per imbecilli.”
La sconcertante pochezza dello scontro tra Marco Zambuto e gli amici dell’on. Alfano, ormai si nutre di incredibili e palesi bugie: i due gruppi tentano, con tutti i mezzi, di appropriarsi di qualsivoglia evento. Ci manca poco e Zambuto racconterà che oggi il sole è sorto, brillante e luminoso, perché l’ha chiesto lui. Mentre Iacolino risponderà dicendo che la luna è piena, al centro del cielo, grazie all’intervento di Angelino e di Silvio.
Ci vuole ormai il doppio metro, per misurare il naso dei “pinocchi”. L’ultima “balla spaziale” riguarda la corsa ad appropriarsi dell’operato dell’ATO idrico e soprattutto del gestore del servizio, Girgenti Acque. Per fortuna, gli agrigentini hanno visto Arnone battersi come nessun altro, con parole chiare – anche tramite appositi spazi televisivi – per spiegare che erano (e sono) pronti, per l’intera provincia di Agrigento, 100 milioni di euro del CIPE e della Regione, oltre a 50 milioni del gestore privato, per la realizzazione delle reti idriche e fognarie allo stato mancanti.
Tutti progetti predisposti da Girgenti Acque. E ritardati, gravemente ritardati, da Marco Zambuto e dalla sua “permeabilità” agli interessi della lobby del Villaggio Peruzzo. Solo sei mesi fa, in pompa magna, il sindaco Zambuto annunciava la ripresa dei lavori del depuratore illegale, che solo Arnone e Legambiente avevano identificato per quello che era: un’opera dannosa e pericolosa, quindi irrealizzabile. E Zambuto aveva pure la colpa, per tutti i cinque anni del suo mandato, di aver proseguito con l’inutile “babbio” su una questione centrale per gli agrigentini che, a gran forza, reclamano un mare pulito e la depurazione di tutti i reflui civili.
Le prassi e le logiche di buona politica – che dovrebbero vedere gli amministratori locali dialogare costruttivamente con il gestore privato del servizio idrico – sono state ribaltate. Hanno prevalso ambiguità e interessi di parte. Hanno continuato a riaffacciarsi sulla scena le lobbies del passato, quelle che hanno progettato e realizzato opere e piani del tutto inutili, talvolta persino dannosi. Le colpe di tutto questo vanno ricercate, in egual misura, tra l’amministrazione Zambuto – a cui comunque va il merito di aver cercato di affrontare la questione – e l’intero schieramento di centrodestra, con in testa il PDL dell’on. Alfano e i grandi sponsor degli ingegneri Rizzo e Platamone.
In questi anni, troppo spesso, abbiamo assistito a comportamenti contrari agli interessi degli agrigentini, rallentando ogni ipotesi di positiva sinergia tra pubblica amministrazione e gestore privato del servizio idrico. Il massimo esempio è proprio la questione depurazione: gran parte del territorio di Agrigento, da tante zone di espansione alla fascia costiera, ad oggi sono prive di depurazione, talvolta persino di reti fognarie.
Come pure inconfessabili sono le assai probabili ragioni che, ad oggi, costituiscono un vero e proprio “veto” all’approvazione della nuova tariffa idrica. Una nuova tariffa che – vogliamo ricordarlo – abbasserebbe i costi per le famiglie del capoluogo di circa il 30%. L’approvazione della nuova tariffa, peraltro, è fondamentale per consentire le anticipazioni bancarie al gestore privato, per il concreto avvio dei nuovi cantieri, idrici e fognari.
Sfido Zambuto e gli altri candidati, su questi temi, a un dibattito di fine campagna elettorale, in diretta televisiva. Chiariremo ancora all’opinione pubblica agrigentina chi continua a giocare sui bisogni dei cittadini, non dicendo come stanno le cose e non svolgendo, sino in fondo, il proprio mandato.
Agrigento, 3 maggio 2012
Avv. Giuseppe Arnone
candidato a sindaco di Agrigento

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