Al Commissario Straordinario, dott. Salvatore Messina
Al Direttore Amministrativo, dott. Eugenio Bonanno
A.S.P. Agrigento
All’Assessore Regionale alla Sanità, dott. Massimo Russo
Le grandi aspettative di ripristino del diritto e del rispetto delle regole all’interno dell’ASP: la situazione dei 279 precari. I lavoratori chiedono di porre fine ai ricatti e alle discriminazioni, fin qui posti in essere dall’ufficio personale dell’ASP.
Illustrissimi,
com’è noto ho fortemente collegato la mia immagine pubblica e il mio impegno alla difesa e al rilancio – in termini di efficienza, correttezza, legalità – del “nuovo corso” dell’ASP, impersonato dalla nomina del dott. Salvatore Messina.
Per i cittadini agrigentini, ma anche per il personale dell’ASP, la sintonia manifestata nell’ambito di una recente trasmissione televisiva, che ha visto protagonisti la mia persona con l’assessore regionale Massimo Russo, è stata foriera di notevoli aspettative e speranze.
Entro immediatamente nel merito.
Con riferimento, appunto, ai programmi e agli impegni illustrati dall’assessore Russo qui ad Agrigento – che già trovano pieno riscontro nell’impegno del Commissario Salvatore Messina – sono stato contattato da alcuni lavoratori precari dell’Azienda Sanitaria, i quali mi hanno portato a conoscenza delle vicende che li riguardano, vicende per la verità di cui avevo già effettiva cognizione.
All’ASP vi sono quasi 300 precari, gestiti storicamente, grazie al pessimo servizio offerto dalla responsabile del servizio personale, dottoressa Bice Salvago, in modo largamente discriminatorio e certamente clientelare.
Mi piace riportarvi alcuni passaggi del documento da me ricevuto. Scrivono questi lavoratori: “Ti preghiamo di farti interprete e garante della nostra richiesta nei confronti del dott. Messina e in particolare nei riguardi dell’assessore regionale dott. Russo, ai quali come abbiamo avuto modo di constatare in televisione, ti lega un forte rapporto di stima e di fiducia. Dai forza alle nostre idee e ai nostri bisogni. Liberateci da questa volgare e disonesta oppressione.”
E, nella parte che precede del medesimo documento a me inviato, si fa riferimento alla “condizione di precari non più giovani, situazione che ci umilia e ci ha reso e ci rende ostaggio degli avvoltoi politici”
Alcuni di questi precari, com’è noto, lavorano 36 ore settimanali e sono i “privilegiati”, la gran parte 24 ore settimanali, altri ancora 20 ore settimanali.
Per singolare “coincidenza” – che potrà accertarsi intervistando a campione le diverse categorie dei precari – più si è amico o seguace politico dei parlamentari di centrodestra che hanno comandato all’ASP, più si è beneficiati di aumenti del numero di ore e dunque di stipendi. Più questi precari svolgono il ruolo di “figuranti plaudenti” nelle iniziative elettorali dei parlamentari della galassia berlusconiana, più lavorano. E più, ovviamente, votano applicando quel noto detto siciliano: “… a cu ti duna u pani, chiamalo papà”.
E’ importantissimo, adesso, che la presenza dell’assessore Massimo Russo ad Agrigento, unitamente all’opera limpida e netta avviata dal Commissario, abbia appunto restituito coraggio e voglia di rivendicare i propri diritti ad una parte significativa di questi lavoratori così bistrattati.
Sempre nel documento che mi è pervenuto, questi precari fanno già riferimento alla circostanza che “il dott. Messina, resosi conto delle gravi e pesanti discriminazioni presenti nell’amministrazione e gestione dei 279 precari, si è già visibilmente attivato per distribuire equamente il plafond delle ore lavorative, con la precisa volontà di eliminare ogni sopruso ed evitare il ricatto a cui mensilmente il precario debole viene sottoposto”. Secondo gli stessi precari, questa meritoria azione del dott. Messina viene variamente ostacolata dall’interno, da chi ha interesse al mantenimento dello status quo, status quo che viene addirittura alimentato mantenendo in vigore “in regime di prorogatio le delibere riguardanti i precari che hanno goduto e godono di 36 ore settimanali”
Una parte di questi lavoratori, tramite un sindacato, sta avviando procedure legali finalizzate alla stabilizzazione.
Come si è detto, mi si riferisce che, comunque, i contratti con la così variegata ripartizione delle ore lavorative – di più ai raccomandati, di meno ai non raccomandati – sono tutti scaduti.
La presente nota, quindi, è finalizzata a sottoporre alle SS.LL. la necessità di rivoluzionare, letteralmente, le logiche clientelari fin qui adottate, ponendo tutti i circa 300 precari su un piano di eguaglianza, e facendo lavorare i medesimi con orari attribuiti sulla base di parametri oggettivi, e non più sulla base dei parametri decisi con criteri che dovrebbero essere spiegati agli organismi disciplinari (se non a quelli giudiziari) da chi ha avuto responsabilità dirigenziali e decisionali in merito.
Ritengo pure che sia venuto il tempo di sottoporre ad una verifica di natura disciplinare, anche al fine di adottare in modo esemplare provvedimenti in grado di dimostrare all’intera ASP e all’intera opinione pubblica che è finito il tempo in cui la gestione del personale non avveniva sulla base di norme o criteri oggettivi, bensì sulla base di imbrogli, più o meno clamorosi, finalizzati a favorire le esigenze dei politici di turno.
Si ritiene sin d’ora anticipare quanto ulteriormente si articolerà in ordine alla necessità di contestare a chi ha avuto la responsabilità delle predette decisioni in materia di personale le seguenti situazioni:
- La gestione arbitraria e clientelare dell’attribuzione del monte ore ai singoli precari;
- La gestione degli ausiliari ospedalieri a tempo determinato, con la clamorosa “follia” di far lavorare per più lunghi periodi gli ultimi in graduatoria, penalizzando chi aveva maggior punteggio;
- Le clamorose promozioni della super – raccomandata dottoressa Marianna Barraco, che ha beneficiato, da parte dell’Ufficio Personale, pure di sconcertanti provvedimenti “ad personam”, finalizzati a conferirle fantasiosi incarichi, molto utili per la sua progressione in carriera (e per allietare il suo protettore politico) e molto poco utili alla collettività e alle casse dell’ASP;
- Le nomine a “dirigenti di distretto” di personalità politiche prive di qualsivoglia titolo, se non quello di provenire dal Parlamento regionale, per giunta gravate dalla assai dubbia compatibilità nel ricoprire contestualmente detta carica con quella di sindaco di un Comune del medesimo distretto (caso Sanzeri, sindaco di Cianciana);
Nell’ambito appena descritto vale la pena di rimarcare, ancora una volta, la circostanza – non smentita e con evidenza scandalosa – secondo cui in atto la dirigente del personale, Beatrice Salvago, beneficia in aggiunta al ricco (e così meritato) stipendio, di un speciale “indennità premiante”, pari a circa 25.000 euro annui.
Tanto si riteneva di rassegnare, chiedendo a nome di questi lavoratori di andare avanti visibilmente sulla strada di rinnovamento già intrapresa, che tante positive speranze sta suscitando.
Agrigento, 15 dicembre 2011
Avv. Giuseppe Arnone
Consigliere Comunale P.D.
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